Tra interrogativi e prospettive non troppo rosee

Un’ampia ed esaustiva analisi curata dal Servizio HandyLex.org esamina nel dettaglio gli aspetti di maggiore rilevanza, per le persone con disabilità e le loro famiglie, contenuti in quello che lo stesso presidente del Consiglio Mario Monti ha definito, in fase di presentazione, come “Decreto Salva-Italia”. Le questioni principali riguardano la compartecipazione alla spesa sociale, le agevolazioni fiscali e assistenziali e le provvidenze agli invalidi civili. E i dubbi non mancano di certo
Il presidente del Consiglio Mario Monti presenta alla Camera il cosiddetto «Decreto Salva-Italia»
Il presidente del Consiglio Mario Monti presenta alla Camera il cosiddetto «Decreto Salva-Italia»Sono soprattutto due gli aspetti di quello che lo stesso presidente del Consiglio Mario Monti ha definito “Decreto Salva-Italia” (Misure urgenti per la stabilità finanziaria), oggetto dell’ampio, esaustivo – ed esclusivo –approfondimento curato da Carlo Giacobini, direttore responsabile del Servizio HandyLex.org, riguardante appunto il testo che dopo la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale», passerà ora all’esame delle Camere per la discussione e l’approvazione.
Si tratta di ciò che riguarda i provvedimenti di natura fiscale e assistenziale – sulla scia dell’ormai “famigerato”  Disegno di Legge Delega n. 4566, proposto dal precedente Governo e del quale già tante volte abbiamo dovuto occuparci – e della revisione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), cioè quella dichiarazione richiesta per l’accesso a prestazioni sociali agevolate.
Rispetto alla prima questione, Giacobini esprime due stringenti interrogativi, scrivendo tra l’altro: «Il primo interrogativo, rispetto al futuro, è se il Governo Monti preferisca applicare l’aumento delle aliquote IVA (che diverrebbero le più elevate d’Europa, con effetti indotti non prevedibili su inflazione ed evasione), oppure se intenda annullare o mitigare questi aumenti intervenendo su fisco e assistenza. Il secondo interrogativo riguarda la modalità di legiferare su quei delicati ambiti». «Qualsiasi sia l’ipotesi che si concretizzerà – conclude poi -, sono inevitabili interventi di revisione normativa sia in ambito fiscale che assistenziale. Sui contenuti futuri – per ora ignoti – è difficile esprimersi, anche se l’insistita reiterazione nelle dichiarazioni governative dei riferimenti a “giovani, donne, famiglie numerose”, induce a riserve positive almeno per queste categorie di cittadini. Non vi sono, invece, indicazioni di alcun segno di riguardo per le persone con disabilità o per la non autosufficienza».
Per quanto concerne poi l’ISEE – di cui si occupa l’articolo 5 del provvedimento – la scheda elaborata da HandyLex.org ritiene «preoccupante l’aspetto relativo alle “provvidenze di natura assistenziale” [il passaggio a cui ci si riferisce è quello ove, nel citato articolo 5, si scrive che con un successivo Decreto  verranno “individuate le agevolazioni fiscali e tariffarie, nonché le provvidenze di natura assistenziale che, a decorrere dal 1° gennaio 2013, non possono essere più riconosciute ai soggetti in possesso di un Isee superiore alla soglia individuata con il decreto stesso”, N.d.R.]. Fra queste sono sicuramente da annoverarepensioni, indennità e assegni agli invalidi civili. Attualmente ci si riferisce al reddito lordo personale, non certo all’ISEE. Alcune provvidenze assistenziali (una fra tutte: l’indennità di accompagnamento) addirittura non prevedono nemmeno un limite reddituale: vengono erogate al solo titolo della minorazione».
E si conclude quindi che «ad un’analisi letterale del testo non si può certo escludere che l’ISEE assurga a riferimento per l’erogazione delle provvidenze economiche agli invalidi civili, né che l’indennità di accompagnamento possa rientrare fra le prestazioni elencante dal nuovo decreto e, quindi, venire erogata solo se non si supera un determinato ISEE. La prospettiva non è, quindi, delle più rosee».
Oltre infine a segnalare che l’allungamento dei termini per la pensione riguarda anche l’assegno sociale agli invalidi civili e ai sordi già titolari di pensione, l’analisi termina con un accenno all’istituzione presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di un «Fondo per il finanziamento di interventi a favore dell’incremento in termini quantitativi e qualitativi dell’occupazione giovanile e delle donne».
«Il Legislatore – commenta qui Giacobini -, nonostante i preoccupanti dati emersi dall’ultima Relazione sullo stato di attuazione della Legge 68/99, che evidenzia la drammatica situazione dell’occupazione della persone con disabilità, non amplia le destinazioni del fondo anche a questa emergenza. Ci si augura che questo possa accadere in sede di definizione dei decreti attuativi». (S.B.)

L’approfondimento curato da Carlo Giacobini in HandyLex.org è disponibile cliccando qui. Se ne consiglia caldamente la lettura.
Ultimo aggiornamento (mercoledì 07 dicembre 2011 19:09)