19 aprile 2018 @ 17:08 – Studio

«A quel punto i genitori – spiegano dalla Federazione FIRST – sfiduciati per non avere ricevuto alcuna risposta ai loro appelli dall’Ufficio Scolastico Regionale, così come nessuna risposta è arrivata alla scuola da parte del Ministero, si sono rivolti al nostro sportello Dillo alla FIRST, che ha depositato un ricorso in via d’urgenza al Tribunale Civile di Roma, denunciando il comportamento discriminatorio e la lesione del diritto fondamentale del minore allo studio e all’istruzione».
Qualche giorno fa, dunque, esattamente il 17 aprile, lo stesso Tribunale di Roma si è pronunciato sul caso, accogliendo integralmente il ricorso dei genitori del bambino, «stabilendo così un principio giuridico – a parere di FIRST – che per la sua portata assume una valenza nazionale e che di fatto rende illegittime quelle Circolari del Ministero che tendono a restringere il diritto degli alunni che necessitano della domiciliarità, applicando il criterio “ di minima tutela”. Il Tribunale stesso, invece, dopo avere ricordato la natura dei diritti fondamentali in gioco, ha applicato il giusto ed effettivo principio della “massima tutela possibile”».
«Siamo felici – concludono dalla Federazione – di aver potuto contribuire a garantire il diritto allo studio e all’istruzione del piccolo alunno, di avere dato un po’ di serenità a una famiglia molto provata dalla circostanza e di avere contribuito alla costruzione di provvedimenti e misure che tutelino effettivamente le persone con disabilità, in applicazione della nostra mission, ovvero la ricerca della massima tutela possibile delle persone con disabilità, siano esse minorenni o maggiorenni». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: firstfederazione65@gmail.com (Claudia Cecchini).
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