di LEDHA Milano*
23 maggio 2013 @ 18:57
Oltre che senza futuro, l’attuale situazione delle politiche per la disabilità a Milano risulta iniqua e inefficiente: questo il giudizio espresso nei giorni scorsi dalle associazioni di persone con disabilità e dei loro familiari, aderenti alla LEDHA del capoluogo lombardo (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità). A fronte infatti di una maggior spesa – di cui l’Assessorato alle Politiche Sociali intende farsi carico -, non è stato possibile conoscere quali priorità e criteri si vogliano adottare, a fronte degli annunciati tagli, seppur marginali, al bilancio.
Si tratta quindi di una situazione non accettabile, rispetto alla quale le associazioni temono conseguenze pesanti sulle persone con disabilità, specialmente su coloro che non fruiscono di servizi diretti del Comune (assistenza domiciliare; assistenza indiretta; vita indipendente; residenzialità ecc). Ed è una situazione che ha già portato di recente all’autosospensione dei referenti dalTavolo Permanente Disabilità, a causa della mancanza di proposte concrete su temi quali le Emergenze scorrimento liste di attesae la Compartecipazione alla spesa, dopo un serrato lavoro di analisi e confronto tra enti gestori, associazioni (Terzo e Quarto Settore) e Comune di Milano, conclusosi rispettivamente nel dicembre del 2012 e nel gennaio di quest’anno.
Dopo avere quindi partecipato attivamente a due Forum sulle Politiche Sociali (novembre 2011 e gennaio 2012), dopo avere lavorato per mesi alla stesura del documento sul tema della disabilità (allegato al Piano di Sviluppo del Welfare nel giugno del 2012), dopo avere partecipato a numerosi gruppi di lavoro e dopo ripetuti incontri del Tavolo Permanente Disabilità – luogo che avrebbe dovuto essere di confronto costante, di verifica dell’implementazione del Piano di Sviluppo del Welfare e di regìa generale delle politiche del welfare in àmbito di disabilità – ad oggi non si ha modo di comprendere cosa intenda fare il Comune di Milano su queste materie e quali siano le sue priorità.
Solo il 30 aprile scorso, ad esempio, l’Assessorato alle Politiche Sociali ha consegnato ai referenti del Terzo e Quarto Settore che partecipano al Tavolo Permanente due documenti che le associazioni non hanno ritenuto adeguati. Rispetto infatti alle Liste d’attesa, pur essendo stato ritenuto positivo che – in tema di scorrimento delle liste stesse – sia stata data un’ipotesi non ancora formalizzata in un provvedimento ufficiale, l’Assessorato prevede però che l’inserimento di persone in attesa da più di due anni parta solo dal mese di luglio 2013 e che le liste non si esauriscano per tutti i servizi, ricreando quindi, fin d’ora, un’altra “emergenza”, ancor prima di aver risolto quella precedente.
Per quanto concerne poi la Compartecipazione alla spesa, l’assessore Pierfrancesco Majorino aveva dichiarato inizialmente la propria intenzione di applicarla a tutti i servizi sociali, come “operazione culturale” basata sul criterio di equità, criterio tanto sbandierato come elemento cardine, quanto poi, in questi giorni, inspiegabilmente disatteso. Infatti, le famiglie che afferiscono ad alcuni servizi (CSE-Centri Socio Educativi e SFA-Servizi Formazione Autonomia), e che già dal 2010 pagano un contributo fisso direttamente all’ente che gestisce il servizio (in contraddizione con quanto lo stesso Comune di Milano ha previsto nel Piano di Zona), indipendente dal reddito individuale o familiare, continueranno a pagare cifre maggiori e differenti rispetto ad altre famiglie (afferenti ai CDD-Centri Diurni Disabili), per le quali è prevista una sperimentazione di compartecipazione che – se verrà approvata dal Consiglio Comunale – sarà basata sull’ISEE individuale [l’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.] a partire dal 2014, creando in tal modo una disparità di trattamento ingiustificata.
Questa situazione così confusa, pertanto, dove gli orientamenti espressi in una sede vengono poi successivamente smentiti, dove il Comune pubblicamente annuncia il reperimento di «nuove risorse per i servizi», mentre invece sono risorse che servono a coprire solo la spesa corrente, dove la struttura organizzativa del settore appare oggi ampiamente deficitaria, non lascia intravedere una capacità programmatoria e strategica in grado di valorizzare al massimo le risorse residue dai tagli che, da quanto è stato dichiarato e come già accennato, saranno marginali per il settore.
Ottenere la riduzione dei tagli al budget e non riuscire ad utilizzare al meglio le risorse resesi disponibili – soprattutto a fronte di una situazione non facile per il bilancio – rende ancora più pressante la necessità che il Comune – dal Sindaco agli Assessori – si attivi affinché questo sistema che non ha futuro possa essere ridisegnato e messo nelle condizioni di dare risposte nuove ed efficaci.
Si tratta quindi di una situazione non accettabile, rispetto alla quale le associazioni temono conseguenze pesanti sulle persone con disabilità, specialmente su coloro che non fruiscono di servizi diretti del Comune (assistenza domiciliare; assistenza indiretta; vita indipendente; residenzialità ecc). Ed è una situazione che ha già portato di recente all’autosospensione dei referenti dalTavolo Permanente Disabilità, a causa della mancanza di proposte concrete su temi quali le Emergenze scorrimento liste di attesae la Compartecipazione alla spesa, dopo un serrato lavoro di analisi e confronto tra enti gestori, associazioni (Terzo e Quarto Settore) e Comune di Milano, conclusosi rispettivamente nel dicembre del 2012 e nel gennaio di quest’anno.
Dopo avere quindi partecipato attivamente a due Forum sulle Politiche Sociali (novembre 2011 e gennaio 2012), dopo avere lavorato per mesi alla stesura del documento sul tema della disabilità (allegato al Piano di Sviluppo del Welfare nel giugno del 2012), dopo avere partecipato a numerosi gruppi di lavoro e dopo ripetuti incontri del Tavolo Permanente Disabilità – luogo che avrebbe dovuto essere di confronto costante, di verifica dell’implementazione del Piano di Sviluppo del Welfare e di regìa generale delle politiche del welfare in àmbito di disabilità – ad oggi non si ha modo di comprendere cosa intenda fare il Comune di Milano su queste materie e quali siano le sue priorità.
Solo il 30 aprile scorso, ad esempio, l’Assessorato alle Politiche Sociali ha consegnato ai referenti del Terzo e Quarto Settore che partecipano al Tavolo Permanente due documenti che le associazioni non hanno ritenuto adeguati. Rispetto infatti alle Liste d’attesa, pur essendo stato ritenuto positivo che – in tema di scorrimento delle liste stesse – sia stata data un’ipotesi non ancora formalizzata in un provvedimento ufficiale, l’Assessorato prevede però che l’inserimento di persone in attesa da più di due anni parta solo dal mese di luglio 2013 e che le liste non si esauriscano per tutti i servizi, ricreando quindi, fin d’ora, un’altra “emergenza”, ancor prima di aver risolto quella precedente.
Per quanto concerne poi la Compartecipazione alla spesa, l’assessore Pierfrancesco Majorino aveva dichiarato inizialmente la propria intenzione di applicarla a tutti i servizi sociali, come “operazione culturale” basata sul criterio di equità, criterio tanto sbandierato come elemento cardine, quanto poi, in questi giorni, inspiegabilmente disatteso. Infatti, le famiglie che afferiscono ad alcuni servizi (CSE-Centri Socio Educativi e SFA-Servizi Formazione Autonomia), e che già dal 2010 pagano un contributo fisso direttamente all’ente che gestisce il servizio (in contraddizione con quanto lo stesso Comune di Milano ha previsto nel Piano di Zona), indipendente dal reddito individuale o familiare, continueranno a pagare cifre maggiori e differenti rispetto ad altre famiglie (afferenti ai CDD-Centri Diurni Disabili), per le quali è prevista una sperimentazione di compartecipazione che – se verrà approvata dal Consiglio Comunale – sarà basata sull’ISEE individuale [l’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.] a partire dal 2014, creando in tal modo una disparità di trattamento ingiustificata.
Questa situazione così confusa, pertanto, dove gli orientamenti espressi in una sede vengono poi successivamente smentiti, dove il Comune pubblicamente annuncia il reperimento di «nuove risorse per i servizi», mentre invece sono risorse che servono a coprire solo la spesa corrente, dove la struttura organizzativa del settore appare oggi ampiamente deficitaria, non lascia intravedere una capacità programmatoria e strategica in grado di valorizzare al massimo le risorse residue dai tagli che, da quanto è stato dichiarato e come già accennato, saranno marginali per il settore.
Ottenere la riduzione dei tagli al budget e non riuscire ad utilizzare al meglio le risorse resesi disponibili – soprattutto a fronte di una situazione non facile per il bilancio – rende ancora più pressante la necessità che il Comune – dal Sindaco agli Assessori – si attivi affinché questo sistema che non ha futuro possa essere ridisegnato e messo nelle condizioni di dare risposte nuove ed efficaci.
Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@ledhamilano.it.
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