RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO(Lo spreco milionario delle etichette salva privacy)


Il decreto legislativo in materia di protezione dei dati personali del 30 giugno 2003 prevede che, insieme ai ricettari, siano fornite ai medici anche le etichette salva privacy, per coprire il nome del paziente nel caso in cui il paziente stesso lo richieda. Nessuno però le usa perché se la richiesta non parte dal paziente, il medico non può coprire il nome. La Zecca ne ha stampate 3,5 miliardi, che secondo il presidente dell’Ordine di Milano, Roberto Carlo Rossi, vanno quasi tutte al macero. Milioni di euro buttati al vento.
«Per ogni ricetta lo Stato stampa e distribuisce anche la complessa etichetta per la tutela della privacy – denuncia il medico di famiglia Francesco Carelli, docente dell’università Statale di Milano e membro del British Medical Council – È composta da due strati, con una pellicola di carbone. Abbiamo calcolato che in sette anni non ne sono state utilizzate più di un migliaio». Difficile calcolare esattamente il costo di queste etichette, di sicuro non essendo utilizzate, sono soldi buttati. E in tempi di sacrifici e ristretezze sarebbe sicuramente meglio interromperne la produzione.